Seleziona le caratteristiche






















Bed and Breakfast Roma / Focus / Ponte Sant'Angelo

Ponte Sant'Angelo

Il ponte più romantico di Roma

Costruito espressamente da Adriano come via d'accesso al suo grande mausoleo, il ponte fu chiamato originariamente Ponte Elio, dal nome della famiglia dell'imperatore. L'origine romana del ponte è inconfondibile se se ne osserva la parte inferiore. Ma se si guarda la parte alta appare un altro magnifico esempio del Barocco romano e si ha un'altra testimonianza della sensibilità di Bernini.

Per oltre mille anni prima di Bernini, anche nei secoli in cui era ancora chiamato Elio, era questo il ponte che i pellegrini dovevano attraversare per raggiungere il centro della cristianità, San Pietro. Con lo stupendo sfondo del castello, il ponte rappresentava dunque una sorta d'introduzione alla grande esperienza mistica che i pellegrini, dopo un viaggio spesso lunghissimo e arduo, erano finalmente prossimi a realizzare.

Con il suo senso della scenografia e dello spazio, Bernini fu pronto a captare il nesso tra la necessità pratica e l'aspirazione spirituale rappresentato dal ponte, e a esprimerla installando sul parapetto del ponte una doppia fila di meravigliosi angeli, alcuni da lui scolpiti o anche semplicemente disegnati, altri opera dei suoi allievi.

È la "schiera celeste" che accoglie i fedeli al santuario dell'Apostolo, osservò papa Alessandro VII, il grande ammiratore e patrono dell'artista. È questo in altre parole il momento in cui le qualità di Bernini in quanto scultore, architetto e uomo di teatro si fondono nel modo più compiuto.

Presi uno a uno, gli angeli sono bellissime figure, ciascuno con la propria personalità e grazia, ma è la processione che essi formano, e il disegno che i loro gesti tracciano nel cielo, che da all'insieme il suo significato unico. È come se Bernini, fedele al principio minimalista della sua arte, quello dì trarre il massimo effetto dallo spazio attorniante le sue opere piuttosto che dalle opere stesse, si sia appropriato attraverso i gesti degli angeli di tutto il cielo e del panorama, facendone i inno alle cose ineffabili che attendono il visitatore sull'altra sponda.