Tra i Palazzi storici più belli di Roma
Questa grandiosa costruzione risale ad una Vigna Sforza, creata nel 1549 dal cardinale Rodolfo Pio da Carpi (1500-64) con un palazzetto; su di esso sorse il nuovo palazzo residenziale della famiglia Barberini, con i finanziamenti di Urbano VIII, ma alla costruzione del complesso sovrintese il nipote, il cardinale Francesco.
Il palazzo fu iniziato nel 1625 da Carlo Maderno, al quale subentrò Francesco Borromini, ben presto sostituito da Gian Lorenzo Bernini, che terminò i lavori tra il 1629 e il 1633. Il palazzo si estende nell'isolato tra le vie Quattro Fontane e Barberini, la piazza omonima e a ridosso della salita di San Nicola da Tolentino e della via Venti Settembre; ha una facciata sulla piazza e l'ingresso su via delle Quattro Fontane attraverso una cancellata ottocentesca in ferro fra otto pilastri con canestre e telamoni eretta da Francesco Azzurri (1831-1901) nel 1864, che immette nel giardino antistante il palazzo.
Questo palazzo ebbe fin dalle origini una sua immagine culturale, grazie ai mecenati Barberini, come ritrovo di alte personalità del Seicento, tra le quali i poeti Gabriello Chiabrera (1552-1638), Giovanni Ciampoli (1598-1643) e Francesco Bracciolini (1566-1645); e poi ancora lo scienziato Benedetto Castelli (1577-1643) e Gian Lorenzo Bernini, naturalmente, che potè dar sfogo alle sue doti di scenografo nel teatro privato. Inoltre il palazzo usufruiva per tornei e cavalcate dell'ampio spazio antistante sul lato di via Quattro Fontane.
All'ultimo piano del palazzo, era sistemata la grande Biblioteca del cardinale Francesco Barberini (1597-1679), contenente circa 60.000 volumi e 10.000 manoscritti, che nel 1900 fu acquistata dalla Santa Sede per la Biblioteca Vaticana con tutta la scaffalatura originaria, opera del Bernini; e ancora, dal 1627 al 1683 operò nel palazzo lì Arazzeria. Il palazzo è ricchissimo di decorazioni pittoriche: al primo piano, gli affreschi del grande salone raffiguranti il trionfo della Divina Provvidenza di Pietro da Cortona sono un'esaltazione barocca della famiglia Barberini. Pietro da Cortona peraltro lavorò nel palazzo per sette anni tra il 1633 e il 1639 e sue sono anche le decorazioni della cappellina e della galleriola del piano nobile; è invece di Andrea Sacchi (1600 ca-61) il trionfo della Divina Sapienza nella settima sala, anch'esso allusivo ai meriti dei Barberini. I saloni del pianterreno contengono nelle volte affreschi di pittori del Seicento come Giuseppe Passeri (1654-1714 ca) e Andrea Camassei (1602-49).
La proprietà di tutto il complesso restò ai Barberini e ai loro eredi ultimi, i Sacchetti Barberini Colonna, fino al 1949, quando il palazzo fu venduto allo Stato italiano; tre anni dopo furono venduti anche i dipinti e i vari oggetti d'arte. All'ultimo piano, dove era la biblioteca, ora è la sede dell' Istituto italiano di Numismatica. Al piano nobile e al secondo piano ha sede la Galleria Nazionale d'Arte Antica.